Lona - Giorgio Gaber

Lona - Giorgio Gaber

Альбом
Libertà obbligatoria
Год
2011
Язык
`Italienska`
Длительность
545250

Nedan finns texten till låten Lona , artist - Giorgio Gaber med översättning

Låttexten " Lona "

Originaltext med översättning

Lona

Giorgio Gaber

E poi mi ricordo

Eravamo io, Giulia e Lorenza

E si correva in una strada sabbiosa

E tu ci venivi dietro con indifferenza

Per non farci capire che eri gelosa

Era il giorno in cui mi accorsi del nostro sfacelo

E decisi di starmene un po' solo

Poi ho vissuto con Giulio

Eravamo della stessa razza

E leggevamo le stesse poesie

Mi piaceva la sua delicata e inquietante dolcezza

E si fondevano bene le nostre malattie

Si cenava alla sera alle nove e piano piano

Con la stessa dolcezza noi ci odiavamo

Piano piano era già diventato

Un rapporto pazzesco

E allora capii

Che era meglio un pastore tedesco

Oh, oh Lona!

È buona la Lona, è un cane perfetto

Mi piace la sua distaccata, elegante fierezza

È un cane di razza, un esemplare stupendo

Se la chiamo risponde al comando

E si muove di scatto

Ho trovato con lei

Finalmente un rapporto perfetto

Oh, oh Lona!

Le apro la bocca per farle un dispetto

Lei reagisce, fa finta di mordermi, ma per giocare

Si fa accarezzare e senza chiedermi niente

Mi sta sempre vicino la Lona

Vuole solo il mio affetto

Io la chiamo al mattino

Lei mi mette le zampe sul letto

Buona Lona, devo uscire un momento

Buona buona, cosa ci hai da guardare

Torno presto, lo sai, non ti posso portare

Ecco, vedi, sono già tornato

Hai visto Lona, non sono partito

Non fare quella faccia, non guardarmi così

Sono qui

Basta Lona!

che cosa ti piglia?

Non lo vedi che mi ami troppo, che mi ami male?

Non è mica normale

Anche se uno non vuole va sempre a finire così

Che ci si assomiglia

Tu sei tutto per me

Sei una madre una moglie una figlia

Ma non vedi come mi hai ridotto

Sono sfinito, mi hai distrutto

Non posso mangiare nel piatto dove mangi tu

Non posso leccarmi i baffi

Rincorrere gatti e farfalle

Adesso ne ho piene le palle, non ne posso più

Lona non mi puoi rimproverare

Sto strisciando, ho imparato ad abbaiare

Non parlo, non rido, non piango

Mi gratto, mi annuso, mi rotolo nel fango

Cammino a quattro zampe, non vedo più il cielo

Comincio a ringhiare, mi è cresciuto anche il pelo

E mangio come un cane e dormo come un cane

E frugo per terra con il muso

E ti odio come un cane

Ti sbrano come un cane

Ti ammazzo come un cane rabbioso

Non ne posso più, non ho più rimorsi

Non ho più pietà

Non m 'importa un cazzo

Ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo!

Lona che pensi?

Lo sento che pensi a qualcosa.

Non sono violento.

Non ci ho niente da dimostrare io.

Te lo sei inventata tu che ero il padrone…

io non sono violento.

La dovevi smettere di chiedere… è tutto lì.

Ecco cosa dovevi fare…

Chiedere, sempre chiedere… E poi tu chiedi male… cioè, è quel chiedere e

non chiedere, avere paura… ferita, ecco, sempre ferita, con quegli occhi lì…

Guardala!

Non c'è niente di peggio di chi ci resta male.

Di tutti i modi di chiedere è il

più tremendo.

Meglio che uno dica: «voglio, voglio, voglio «, come (abbaia)

mica (guaisce)

Fai la vittima, eh?

E quando fai la vittima credi di essere remissiva,

e invece sei violenta.

Ecco, si, sei tu che sei violenta.

Eh, si.

Perché, la violenza si fa solo col fucile?

E la violenza non aggressiva?

E la violenza docile?

La violenza di chi non può essere abbandonato,

di chi non ce la fa a star sola e fa quella faccia lì, quegli occhi lì che

conosco a memoria, che fa finta di dire «tu puoi anche andartene via… «Non è vero, non è vero che esistono due possibilità.

Io ce ne ho una sola…

E questa è violenza.

Non posso andar via perché mi ricatti, mi ricatti col tuo

dolore assurdo…

Scusa… Mi ricatti con l’amore, col tuo grande amore

A me non mi fa niente bene essere amato molto.

Almeno così.

Dammi retta,

appena uno ti ama così scappa.

Non è mica gratis.

E pensare che c'è chi si

lamenta perché non è amato.

Ma essere amato allora?

È una cambiale…

prima o poi la paghi.

Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe…

Un incubo

Mi piacerebbe essere un camionista coi vetri tappezzati di cani e di donne…

Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire.

Insomma, si fa per dire…

Non ti offendere, Lona, non l’ho detto per te.

Certo, certo.

Se ci avessi

avuto un camion ti avrei portato con me

E poi mi ricordo

Che senza un preciso ricordo

Rivedevo gli amici come un convalescente

Camminando in posto affollato e un po' assurdo

Con la faccia di uno che ne ha passate tante

E il mio orecchio un po' sordo, un po' assente, registrava

Le parole di un amico che mi raccontava

Tutto quello che era successo

Quando non c’ero

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