Cencio - Francesco Guccini

Cencio - Francesco Guccini

Альбом
Quello Che Non...
Год
2006
Язык
`Italienska`
Длительность
436500

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Låttexten " Cencio "

Originaltext med översättning

Cencio

Francesco Guccini

Ci sarà forse ancora, appesa in qualche angolo

O a macchiare di ricordi un muro dell' Associazione Bocciofila Modenese

Fra mucchi di coppe e trofei vinti in tornei ogni volta «del secolo»

Glorie oscure di eroi dell’a punto, del volo, delle bocciate secche e tese

Quella foto sul pallaio, presa una sera di quasi estate

Con me e Cencio vicini, fintamente assorti a guardare il punto

Perchè l’umorismo popolare volle immortalare assieme me, il Gigante

E Cencio il Nano, viso già d’uomo serio, compreso, quasi compunto…

Non so come sia capitato in mezzo a noi, confuso branco adolescente di un

periodo oscuro

Di amori e di domande che gonfiavano la testa e i fianchi a ondate sofferte ma

cercate

E poi quei raspare fra sottovesti in nailon, rubando al buio quel po' di

rubabile

Scoprire e esser scoperti, coraggiosi ed incerti e dopo

In branco, raccontarsi e tutti a turno ad ascoltarsi, ma lui…

Eh, lui non aveva un amore da dire, no, lui non aveva una storia

Solo crearsi avventure di cosce e di seni che poi ci sparava a brutto muso

E noi lì ad ascoltarlo sorridendo, senza razzismo né boria

Ma senza capire ciò che voleva essere anche lui, solo un normale adolescente

ottuso

Eppure usava lo stesso barbaro gergo e gli stessi jeans consumati

E amava gli stessi film di bossoli e marines lungo i mari giapponesi

Parlava di rock e fumetti, e non perdeva i cartoni animati

E come noi guardava esplodere il mondo con gli stessi occhi attenti, spauriti,

sorpresi…

Ma cosa pensava lontano da noi, cosa sognava quand’era da solo?

Con le stesse voglie e con gli stessi eroi, ma ali più piccole per lo stesso

volo

Forse sognava anche troppo e davvero, certo in quel branco si sentiva perso

Dove scappare per sentirsi vero, dove fuggire per non essere diverso?

E sognò il circo, realtà capovolta, mondo di uguali perchè tutti strani

La nostra solita realtà stravolta, quell’Eden senza giganti o nani

«Cencio è scappato via, ma l’han già beccato!»

Dopo due giorni era già

ritornato…

Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti, sia per i giganti che i nani:

Chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale?

Vincenti o perdenti non importa, ma quasi mai secondo i propri piani

Con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni, solo attenti a non farsi troppo

male

Qualcuno m’ha detto che vivi in provincia, con una ballerina bulgara o rumena;

Chissà se hai poi trovato di dentro la tua vera altezza?

Addio amico venuto dal passato per un momento appena

Addio giorni andati in un soffio, amici mai più incontrati;

s’ciao, giovinezza.

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