Il sulografo e la principessa ballerina - Lo Stato Sociale

Il sulografo e la principessa ballerina - Lo Stato Sociale

Альбом
L'Italia peggiore
Год
2014
Язык
`Italienska`
Длительность
273190

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Låttexten " Il sulografo e la principessa ballerina "

Originaltext med översättning

Il sulografo e la principessa ballerina

Lo Stato Sociale

Parole parole parole

Soltanto fiumi che vanno da sole

Che non so afferrare

Che è facile dirle senza pensare e guardare altrove

Le luci del palco mi fanno sudore

Il tuo sguardo vergognare forte

Conosci un altro modo per fregare la morte a parte le brutte canzoni da

parafrasare

Ho le gambe imbranate, il fumo alle tempie come un toro ubriaco

Di cocktail da tonici se ti avessi sfuggito non l’avrei fatto

Sembrava ieri

Sembrava adesso

Sembrava lo stesso di quando bambino aggrappato

Alle nuvole chiedevo un passaggio per un mondo fragile

Invece rimango inchiodato ai tuoi occhi, inediti

Infilzati nei miei come banderillas

Come corde di rame che portano di ritorno la corrente

E una carovana di equilibristi sloveni ubriachi brinda al nostro incontro

Sbagliandosi lungo le corde tesissime elettriche

Chiudi che c'è corrente

Che io giuro che smetto di bere

Che tua madre ti vorrebbe dal parrucchiere

Che tu dici che hai solo i capelli crespi

Che tanto lo sai di avere il potere di essere qualsiasi ma non lo usi

E ritorni a guardare ogni volta che mi tiri un baffo con il pensiero

E sei un maledetto chirurgo

E io un malato di sudore dai fari che mi tornano a scaldare

In mancanza della tua mancanza

Che gli altri tornano a guardare me che non so più che cosa cantare, davvero

Mi porti lontano

Mi porti a guardare il cielo cadere

A bruciare un contratto

A fumare la vertigine sui pali della luce

Mi dici mi piace sentirti parlare dire le cose

Che sono vere anche se sono dei luoghi comuni

E allora capisco che non sono nei buoni

Per nulla migliori di una serie televisiva adolescenziale

Che il punto non è dire la verità ma dirla male

E allora te lo voglio dire

Senza dirla per luogo comune

Che la violenza sulla violenza è una buona ragione

Che più volte ho pensato di voler sparare

Che il coraggio non ce l’ho altrimenti non sarei bravo a parole

Che si scrive per non leggere e si parla per non ascoltare

E la democrazia è questa cosa qui, non un’altra ideale

E ha rotto i coglioni e odio cantare

E odio i cantanti che fingono di piangere e gli attori che fingono di arrossire

E se canti a squarciagola una mia canzonetta sospetto

Che tu non abbia di meglio da dire, o da scopare

Odio la musica balcanica ai capodanni

E quella giacchetta la odierei se avessi un po' di gusto

Un po' di interesse per il vestire

Ma forse sono solo stanco delle persone, dei cani

Delle puttane che piangono sui giornali, dei giornalisti che ne fanno eroine

Dei referendum a ricatto nelle fabbriche dei padroni che esistono ancora

E pure gli operai, i proletari, i tiranni, le guerre, le stragi di stato

L’amianto, la repressione, lo squadrismo della nostra polizia statale

L’avresti mai detto per luogo comune che avresti

Vissuto nella stessa sbilenca mezza stagione

Che ti ha portato in coda con altre persone

A firmare un assegno di disoccupazione in mezzo al trionfo di un grande

Paese industriale

Ma tu torna a ballare bella come non esistesse alcuna speranza

Come la luce di una bottiglia di notte nel mare

Nuova stella polare per un battello etilico nella grazia tentennante e perduta

Che mai giuro ci avevo pensato

Che mai giuro mi sarebbe capitato

Di avere paura del mare al punto da scegliere di annegarci

Per togliermi il pensiero

Che poi, la scelta la fai tu

Tirandomi un baffo

Con un pensiero non sempre intelligente

Ma profondo come il relitto che

È il mio ottimismo in alta stagione balneare

Ti ho toccato il culo e abbiamo riso

Il tuo culo frega la morte al tavolo in trattative con la felicità

Vorrei fosse il mio sindacato

Vorrei non averti mai baciato

Vorrei non aver detto questa cosa

Vorrei averlo sempre fatto

Tu vendi la droga

Io neanche bevo il caffè

Un matrimonio consumato tra un silografo e la principessa ballerina

E mi lasci contro il muro

Come un arrampicatore sociale qualsiasi

Sì, ti ho sognato

Sì, l’ho rifatto

Lo rifarò che lo so

Come sia capitato lo giuro

Ma ti amo lo giuro che davvero

Che lo so che sono un bugiardo davvero

Ma davvero ti amo e vaffanculo

Che una verità per luogo comune di nuovo me l’hai fatta dire ma è vera

Ti amo e vaffanculo

Ora mi sento più leggero

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